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Dall'estetica all'etica: questa è la sfida della comunicazione


Siamo alle porte di un cambiamento profondo che ridefinisce il rapporto tra immagine, visibilità, credibilità e comunicazione.

Il sociologo Francesco Morace, in alcuni suoi interventi, parla di un passaggio inevitabile che stiamo vivendo: dalla visibilità pervasiva (1980-2010) alla credibilità convocativa (2010-2020). La mitologia dell’effimero, l’enfasi mediatica, l’abilità retorica, la manipolazione del linguaggio hanno dominato negli ultimi 30 anni la comunicazione. La celebrità dei personaggi, la visibilità e onnipresenza dei marchi sono state per tre decenni le maggiori variabili di successo.

Oggi altri concetti stanno conquistando il loro spazio: la leadership convocativa, la potenza iconografica, lo spessore della memoria, la sincerità responsabile, la sacralità della parola e del gesto. In una fase orientata a questi valori, la comunicazione aziendale non coincide più con la semplice visibilità e ripetizione del messaggio, ma si rafforza attraverso la credibilità del brand. Assistiamo a un ridimensionamento dell’immagine per porre al centro della comunicazione l’unicità di una visione, la credibilità e la capacità di affermare un forte carattere. La comunicazione per essere efficace dovrà fondarsi su uno scambio empatico, sincero, inclusivo. Solo seguendo la strategia della reciprocità, la comunicazione potrà diventare convocatica, e quindi carismatica ma non autoritaria, e produrre visioni ispirazionali e facilmente condivisibili.


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