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Le private label cambiano posizionamento


La marca privata (o marca del distributore) se prima esprimeva solo un’opportunità di convenienza ora diventa una vera e propria brand, con un mondo di valori, di diversificazione dell’offerta e di innovazione.

Vendite per 10 miliardi di euro, in crescita dello 0,3 con una quota di mercato del 18,6% nei canali iper e super e libero servizio (nel discount è oltre il 50%). I dati forniti dal tredicesimo Rapporto Marca, elaborati da Adem Lab-Università di Parma in collaborazione con Iri, disegnano un passaggio di paradigma per la MDD (marca del distributore) cioè il definitivo passaggio della MDD a marca quale risultato del giudizio dei consumatori che riconoscono credibilità, contenuti e posizionamento di prezzo ai prodotti del distributore. In questa edizione del rapporto l’attenzione si è focalizzata sul segmento premium che comprende diversi universi: l’eccellenza qualitativa (denominazioni, territorio, ricettazione), il biologico (certificazione, ecosostenibilità), il funzionale (naturalità, integrazione, salute). Ed è proprio in questo segmento, cresciuto del 4,9% nell’ultimo anno, che la MDD ha realizzato performance superiori a quelle del mercato e a quelle delle marche industriali: +17,1% contro il +3,1% dei prodotti di marca.

Quali le ragioni della crescita della MDD nel premium? Sul lato offerta si è verificato un aumento degli assortimenti, l’ingresso in nuovi mercati, il miglioramento qualitativo dell’assortimento. Sul lato della domanda, invece, una richiesta di maggiore personalizzazione e distintività, una maggiore fiducia nelle insegne, una richiesta di eccellenza qualitativa e innovativa a prezzi equi e trasparenti.


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