Proponiamo un’analisi sullo stato dell’arte della birra in Italia. Un mercato che negli ultimi venti anni ha conosciuto una vera e proprio rivoluzione, sia dal punto di vista dell’offerta (con l’ingresso sulla scena di diverse centinaia di microbirrifici), che delle abitudini di consumo, che hanno guidato la crescita della diversificazione del prodotto.
Possiamo affermare che la birra è passata attraverso tre fasi storiche*: «una birretta», «la birra» e «le birre».
1. BIRRETTA: per molti decenni la birra era semplicemente qualcosa di esotico, di frivolo, una bevanda simpatica, dissetante ma che non faceva ancora pienamente parte della nostra cultura.
2. LA BIRRA: negli anni Ottanta, complici i più frequenti viaggi all’estero dei giovani e gli investimenti dei grandi gruppi birrari, la birra è diventata un simbolo di modernità, di aggregazione giovanile, di internazionalità. In questa fase prevaleva la valenza simbolica della birra: quello che c’era dentro la bottiglia non era cosi rilevante. Nella pubblicità anni 80 Arbore diceva «Birra e sai cosa bevi».
3. LE BIRRE: da qualche anno siamo in entrati in questa terza fase di sviluppo. L’attenzione si è spostata a quello che c’è dentro la bottiglia e le birre nel frattempo si sono moltiplicate. Si parla sempre più di prodotto, di ingredienti , di metodi di produzione di abbinamenti col cibo e di modalità di servizio. Più che di «birra» si parla di «birre» per sottolineare la ricchezza di sfaccettature del prodotto. Complice di questa evoluzione sono state le birre artigianali. L’ingresso sul mercato di circa un migliaio di nuovi piccoli birrifici ha inevitabilmente modificato la percezione del prodotto, ha affinato il gusto, oltre ad allargare e ad aumentare l’interesse per l’intero settore, a vantaggio anche delle birre industriali.
Quello che osserviamo oggi è che le grandi aziende birrarie stanno andando sempre più verso le specialità, lanciando prodotti speciali e utilizzando anche un linguaggio che prima era utilizzato esclusivamente dagli artigiani. Parallelamente c’è il mercato artigianale che cresce e per crescere ha prodotti sempre meno caratterizzanti, buoni da bere tutti i giorni.
Ma il dato che si impone per l’intero comparto riguarda l’evoluzione del consumatore moderno. Il consumatore di birra sta diventando più esperto e, gastronomicamente parlando, più colto. È uscito dalla classica associazione “birra e pizza” per entrare in un’epoca di accostamenti nuovi, azzardati ma eleganti. Il consumatore oggi è curioso: vuole sapere cosa contiene la birra che beve, da dove viene, qual è la sua storia. E’ anche un consumatore molto innovativo: vuole provare nuovi gusti, nuove birre, Non a caso il segmento più vivace è quello delle birre speciali (Ale, Trappiste, birre rifermentate, Rosse, Stout, le Regionali…) e delle birre artigianali. E’ il mercato del drink different** che è in forte crescita e ciò lascia intuire che ci siano nuove prospettive per il settore per i prossimi anni.
Quello della birra è indubbiamente un mondo in fermento ma anche fortemente competitivo. E’ necessario che i birrifici inizino ad avere più audacia nella comunicazione. Si parla tanto di birra buona ma bisogna anche parlare di brand, raccontandone la storia e la personalità e non solo la ricetta.
Note:
* Fonte: Simposio Birra Italiana di Qualità - 7 luglio 2018, Pedavena
** Fonte: Fondazione Birra Moretti