Europeisti traditi, patriottici per le grandi occasioni, ma fondamentalmente local. È l’identikit dell’italiano di oggi tratteggiato dallo studio «Un secolo di Italiani», curato dall’ufficio studi di Coop.
La lunga metamorfosi dell’italiano medio nell’ultimo secolo è evidente dallo studio realizzato da Coop. Una vita più lunga, più solitaria, in case più grandi (da 4 stanze per 6 di inizio secolo a 4 stanze per 2 di oggi) e fuori dai centri abitati. Meno figli di un secolo fa, e da agricoltori siamo diventati prima operai e poi terzisti, ma lavoro (e la paura di perderlo) e famiglia (non averla sembra essere più una necessità che una scelta) sono tasti dolenti e di insoddisfazione rispetto alla media europea.
Gli italiani preferiscono il cibo local (30%) a quello global (18%) perché hanno più fiducia nei prodotti del territorio e sperano nelle ricadute locali delle loro scelte di consumo. Ancorati a un'identità micro territoriale, ci sentiamo italiani solo nelle grandi occasioni, nelle emergenze o nei drammi attuali. Le vere aspirazioni degli italiani del domani saranno avere figli e salute, piuttosto che la ricerca di fama e denaro.