Spesso le aziende trattano i loro fan più appassionati come strambi clienti da evitare. Invece, oltre a essere fonte di guadagno, sono stimolo per nuove idee.
Nel suo libro intitolato «Superconsumers» Eddie Yoon, della società di consulenza Cambridge Group, sostiene che solo un decimo delle persone appartiene a questa categoria, che però da sola è responsabile del 30-70% delle vendite. Queste persone non sono definite tanto dalla quantità di cose che comprano, quanto dall’atteggiamento nei confronti del prodotto. Essi vedono nei prodotti delle risposte ai bisogni emotivi più profondi. Spesso, osserva Yoon, le aziende trattano i superconsumatori come strambi maniaci da evitare. Ma è un errore, perché proprio loro, se presi nel verso giusto, possono aiutare le aziende a crescere. Oltre a comprare grandi quantità di un certo prodotto, possono contagiare con il loro entusiasmo le persone che hanno attorno.
Cosa possono fare le aziende per rafforzare il legame con i superconsumatori? Innanzitutto devono conoscerli. Passando più tempo con loro, leggendo le chat in rete, i tweet, andando ai loro raduni. La priorità è identificare i superconsumatori giovani ed attivi. Il secondo compito è ricompensare i superconsumatori per la loro fedeltà.
I fan adorano essere riconosciuti dalla fonte del loro investimento affettivo. Infine i superconsumatori sono ossessionati spesso dalla risoluzione dei problemi. Ecco perché queste persone propongono nuove idee e possono suggerire miglioramenti utili ai brand.