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Le nuove opportunità del conversational advertising


Con lo sviluppo dei chatbot inizia l’era del conversational advertising ed emergono nuove opportunità creative per i brand.

L’idea di utilizzare bot in grado di simulare una conversazione “umana” non è in realtà così nuova se si pensa come fin dai primi anni ’90 diversi standard di instant messaging (chi ha più di 30 anni ricorderà IRC) abbiano permesso lo sviluppo di bot con funzioni di natura diversa all’interno delle chat tematiche. La novità sta piuttosto da un lato nelle dimensioni del mercato potenziale che Messenger permette di raggiungere (più di un miliardo di utenti attivi al mese) e dall’altro nella possibilità di accedere ai dati di chi utilizza questa piattaforma per personalizzare e rendere rilevante la “conversazione” tra consumatori e marca all’interno di una situazione che viene percepita come naturale e spontanea dalle persone.

E’ l’inizio dell’era del conversational advertising: messaggi di marca che possono essere allo stesso tempo personali e rilevanti, ma anche capaci di raggiungere un target numericamente significativo. Il conversational advertising rappresenta sicuramente un passo in avanti sia rispetto ai tradizionali siti web che alle mobile app pur sviluppandosi a partire da semplici messaggi di testo. Insieme a search e ai social media, anche i chatbot avranno nei prossimi anni un ruolo cruciale nella definizione del consumer journey assumendo in un certo senso la funzione che una volta era dei browser ovvero di porta d’accesso alle informazioni ed alle esperienze di marca online con in più la capacità di analizzare, comprendere ed interpretare.


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