Si è ormai parlato molto di Millennials, di giovani adulti cresciuti con la rivoluzione tecnologica e la comparsa del web. Ma come si presentano i Centennials?
Parliamo dei nati fra gli ultimi anni ‘90 e il primo decennio del 2000, il 16% della popolazione nel mondo mentre 24% sono i Millennials (nati fra la seconda metà degli anni ‘80 e la seconda metà degli anni 90).
I Centennials (o Gen Z) sono cresciuti con le ansie dell’11 settembre, in contesti di incertezza e crisi economica. Sono autodiretti, cercano spesso supporto, informazione, orientamento nella rete. In caso di necessità come supporto per i compiti a casa, usano i social media. Sono sui social (fonte: Kantar Future, TRU Youth Monitor 2016), ma il loro approccio alla condivisione cambia, è caratterizzato dall’immediatezza, meno approfondito. Apprezzano Snapchat, o altre piattaforme simili, con scambi e conversazioni che durano il tempo di una battuta. Usano un alfabeto visuale, arricchito da emoticon ed emoji.
Quasi 2/3 (59%) dicono che la frase che meglio li descrive è “La tecnologia è veramente importante nella nostra vita” e si aspettano che i brand li comprendano (fonte: Kantar Future,July 2016). Vedono la tecnologia come un modo per conoscere il mondo nel modo più veloce ed efficiente possibile. Secondo Federico Capeci, Ceo italia di Kantar Tns, i Centennials, rispetto ai Millennials, potrebbero essere destinati al “reality check” post-millennials, potrebbero essere quelli che capitalizzano i loro valori, scendendo magari di un gradino, evidenziandone la loro declinazione più concreta. Per questo stanno esplodendo piattaforme che permettono una conversazione immediata e, paradossalmente, vera. Forse i Centennials possono recuperare una dimensione più vicina alla realtà quotidiana, meno idealista e più pragmatica.