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Il nuovo slow-fast che ci aspetta


La linea di demarcazione tra fast food e slow food oggi è sempre più sfocata perché i fast food hanno iniziato a proporre prodotti realizzati secondo i valori dello slow food.

Molti iniziano a parlarne come di un nuovo trend destinato a condizionare il settore del food&beverage nei prossimi anni. Si tratta del lento, ma progressivo sgretolamento di quella barriera che fino a poco tempo fa separava il cosiddetto slow food dal mondo del fast food, relegando i rispettivi protagonisti in ambiti ben distinti e incapaci di parlarsi tra loro. La sfida dei prossimi anni, secondo la rivista Food, sarà invece quella di unire i valori che lo «slow» porta con sé (qualità, selezione delle materie prime, genuinità, trasparenza di origini e filiera, salubrità) con i plus che offre la filosofia «fast», declinandosi in alta qualità, in tempi ridotti e prezzi accessibili per chi lavora nella ristorazione e traducendosi, per chi opera nella grande distribuzione, nell’adeguamento tempestivo degli assortimenti alla domanda (quindi evoluzione nella direzione del bio, del premium, della componente di servizio).

Lo «slow-fast» è sicuramente l’effetto di una maggiore attenzione del consumatore alla qualità di ciò che mangia, all’attenzione alla salute e al benessere, che soprattutto per il target dei Millennials sta diventando una priorità. Non stupisce quindi che una global company come Barilla segua la filosofia slow-fast nei ristoranti che sta aprendo negli Usa e nel Middle East. I format di Barilla si posizionano nel segmento della ristorazione fast casual con un claim molto chiaro: slow food in a fast way.


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